Asperger Abruzzo
Autismo: le Terapie in Ambiente Naturale Richiedono più Accuratezza
domenica, 11-17-2024 - 05:11
Le indicazioni pratiche di Asperger Abruzzo: le terapie per l’autismo in ambiente naturale, come casa e scuola, devono essere precise e integrate nella vita quotidiana del bambino, coinvolgendo chi lo circonda per risultati più inclusivi.
Bimbo autistico gioca

L’Associazione Asperger Abruzzo continua a portare avanti con determinazione un dibattito fondamentale per il miglioramento delle terapie destinate ai bambini autistici puntando l’attenzione su una questione cruciale: l’efficacia delle terapie condotte all’interno degli ambienti naturali, cioè negli spazi che fanno parte della vita quotidiana del bambino, come la scuola, la casa o altri contesti sociali. Non si tratta di semplici interventi extramurali, ma di un approccio che mira a rendere ogni momento di vita un’opportunità per l’apprendimento e l’integrazione.

Il fraintendimento del concetto di ambiente naturale

Il concetto di “terapia in ambiente naturale” viene spesso frainteso, molti centri terapeutici e anche alcune famiglie riferiscono che la terapia viene condotta in modo identico a come avverrebbe all’interno di un centro specializzato: il terapista preleva il bambino dalla classe e lo porta in una stanza separata, dove esegue lo stesso trattamento che farebbe in un ambiente clinico. Nello stesso identico modo avviene nella terapia domiciliare, il terapista si chiude in cameretta da solo con il bambino per svolgere una terapia identica a quella che farebbe nel centro terapeutico e senza la presenza del genitore che a volte assiste per brevi momenti. Questo approccio, purtroppo, non ha la capacità di rispondere alle reali necessità del bambino e, anzi, rischia di non essere produttivo.

La necessità di un progetto strutturato

L’ambiente naturale non si limita a un semplice spazio fisico, ma include tutte le persone che interagiscono con il bambino, gli “attori” che ruotano intorno alla vita del bambino (familiari, insegnanti, amici, coetanei). La terapia in ambiente naturale dovrebbe concentrarsi sull’osservazione da parte dei terapisti e sull’adeguamento delle modalità da parte degli “attori” di interazione con il bambino, con l’obiettivo di evitare che si inneschino meccanismi che possano portare a frustrazione e comportamenti problematici. Non si tratta solo di un momento di terapia separata, ma di un processo che si integra nel quotidiano, con l’intento di migliorare la vita del bambino e di chi gli sta intorno.

Una terapia in ambiente naturale deve essere strutturata, con un progetto definito che abbia una chiara finalità. Ogni intervento deve avere un inizio, uno svolgimento e una fine, e deve essere finalizzato a insegnare alle persone coinvolte come comprendere e rispondere adeguatamente ai bisogni del bambino. Non si tratta di trasferire la terapia dal centro alla casa o alla scuola, ma di rendere l’ambiente un luogo di apprendimento naturale e continuo, che porti beneficio a tutti. Quando un bambino autistico sperimenta una situazione di frustrazione, non solo lui ne soffre, ma anche gli insegnanti e i compagni di classe che si trovano a dover affrontare momenti difficili senza sapere come intervenire. Se la terapia viene condotta correttamente in questi ambienti, invece, l’intervento può evitare il deteriorarsi della situazione e favorire un clima positivo per tutti.

La formazione degli attori coinvolti

Un punto cruciale su cui l’Associazione Asperger Abruzzo pone l’accento riguarda il Teacher Training, ovvero la formazione specifica degli insegnanti. Sebbene molti educatori abbiano seguito corsi di formazione sull’autismo, è fondamentale che ricevano anche un supporto specifico per comprendere le modalità di interazione con ciascun bambino autistico. Ogni bambino è unico, e anche gli insegnanti più preparati hanno bisogno di strategie su misura per gestire il singolo caso. Questo vale anche per i genitori, pur essendo esperti nel conoscere i propri figli, è necessario che ricevano un Parent Training per imparare come meglio supportare il bambino, giocare con lui e stimolare la sua crescita. La formazione degli “attori” è un elemento indispensabile per rendere ogni terapia efficace e funzionale ed è fortemente consigliato nelle Linee Guida nazionali.

Limitazioni delle pratiche non strutturate

Alcune pratiche comuni, come l’invio del bambino a logopedia, psicomotricità o terapia cognitivo-comportamentale una volta alla settimana a scuola (o a casa), senza un progetto chiaro, non solo risultano inefficaci, ma rischiano di limitare l’esperienza scolastica del bambino. Togliere un bambino dalla sua classe per portarlo in una stanza separata non solo lo priva del suo diritto a vivere pienamente l’esperienza scolastica, lo mette anche in una posizione poco chiara agli occhi suoi e dei compagni e non gli offre neanche l’opportunità di integrare l’apprendimento terapeutico nel contesto naturale in cui si trova.

Un modello di collaborazione per il benessere del bambino

Una terapia funzionale in ambienti naturali, se ben strutturata e attuata, può migliorare significativamente la qualità della vita dei bambini autistici, delle loro famiglie, del contesto scolastico e della comunità in generale. Questo approccio, che pone l’accento sulla collaborazione tra terapisti, insegnanti e familiari, può produrre risultati straordinari, ma richiede un impegno costante da parte di tutti. Con una maggiore consapevolezza e un’educazione mirata possiamo garantire che ogni bambino abbia l’opportunità di crescere e svilupparsi nel contesto che gli è più congeniale, senza mai perdere di vista l’obiettivo finale: il benessere del bambino e la sua inclusione piena nella società.

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Marie Hélène Benedetti

Madre, attivista e fondatrice, Marie Helene Benedetti è presidente di Asperger Abruzzo. Scrive per informare, sensibilizzare e costruire consapevolezza reale sull’autismo.

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